Da sempre gli esseri umani cercano di dare un significato a quel che li circonda. Guardiamo le nuvole e ci vediamo animali, continenti, castelli; osserviamo la carta geografica, e nella conformazione del nostro paese riconosciamo uno stivale. Le stelle sono l’oggetto privilegiato di questo tipo di speculazioni: tutti, sin dall’antichità, ci hanno visto qualcosa. Nella mitologia arcaica sono frequentissimi i cosiddetti “catasterismi”, cioè le trasformazioni di personaggi eroici in stelle. La società ellenistica degli ultimi secoli avanti Cristo, ad esempio, vedeva in uno sciame di stelle situato tra Boote e il Leone una ciocca di capelli della regina d’Egitto Berenice, che si sarebbe tagliata un ricciolo per ringraziare gli dei quando il suo fratello e marito Tolomeo III Evergete tornò sano e salvo dall’Asia.
Così come la fantasia degli uomini, anche i sistemi di costellazione sono molteplici nel mondo. Il più famoso è quello occidentale, ma poi c'è anche il sistema di interpretazione orientale (cinese o giapponese) e poi ancora l'interpretazione diversa data ad esempio da indiani d'America, popolazioni africane, antichi egizi, esquimesi e così via.
Allo stesso modo sono svariate le spiegazioni che i diversi popoli nei secoli hanno dato per spiegare la natura dell'universo e la sua origine.
Secondo il Tao Te Ching, il libro della Via Maestra nella tradizione cinese, il principio universale del Tao è inafferrabile:
"Il Tao che può essere detto non è l'eterno Tao, il nome che può essere nominato non è l'eterno nome. Senza nome è il principio del Cielo e della Terra, quando ha nome è la madre delle diecimila creature. Perciò chi non ha mai desideri ne contempla l'arcano, chi sempre desidera ne contempla il termine. Quei due hanno la stessa estrazione anche se diverso nome ed insieme sono detti mistero, mistero del mistero, porta di tutti gli arcani."
Da un'altra parte, in India, nei libri sacri, il mito cosmogonico si esprime così:
"In origine Brahman pervadeva l'intero universo. Quando fu il tempo della creazione, Brahman si manifestò come tre divinità supreme: Brahma, Vishnu e Shiva. Fu creata l'acqua e dall'acqua emerse un gigantesco serpente con molte teste chiamato Seshnag. Vishnu scelse questo serpente come luogo per riposare, infatti Vishnu è conosciuto anche come Narayana, colui che riposa sulle acque. Successivamente dalle acque venne un uovo dorato che irradiava luce con la brillantezza di mille soli. Brahma, il Creatore, entrò nell'uovo e per mille anni portò avanti il lavoro di creazione nell'uovo. Brahma è anche noto come Hiranyagarbha, ovvero colui che viene dall'utero dorato. Dopo un migliaio di anni l'uovo si aprì in due parti. La parte superiore divenne il cielo e la parte inferiore la terra. Il sole comparve dall'uovo e prese posizione nel cielo. Fu chiamato Aditya, perché fu il primo ad uscire. Poi seguirono le terre emerse, i fiumi, gli oceani e le montagne."
Spesso, anche all’interno di una medesima cultura esistono versioni differenti dello stesso mito, questo perchè si tratta di tradizioni che per moltissime generazioni sono state tramandate oralmente, prima di essere scritte. In India, sempre nei libri sacri detti Purana, si racconta anche questa storia:
"In principio Vishnu era addormentato sul serpente Seshnag in un oceano di oscurità. Al momento della creazione il vuoto si riempì con il suono vibrante dell'Om, che provocò il risveglio di Vishnu. Dall'ombelico di Vishnu nacque un magnificente fiore di loto sul quale Brahma era seduto. Vishnu comandò a Brahma di creare il mondo. Brahma divise il fiore di loto in tre parti: con una creò i cieli superiori, con una i cieli inferiori e con la terza parte la terra. A quel punto creò le terre emerse e le popolò con le creature viventi."
Nella cosmologia induista in generale la Terra è vista come una mezza sfera. Al suo centro sorge il monte Merhu, sostenuto da elefanti. La stessa Terra è sostenuta da altri e più grandi elefanti, i quali poggiano su di un'enorme tartaruga che si sorregge su di un serpente detto Ouroboro, che rappresenta il tempo ciclico, così grande da includere l'intero universo.
La tradizione greca classica, splendidamente sintetizzata nella Teogonia di Esiodo, ha questa spiegazione per il principio di tutte le cose:
"All'inizio c'era il Khaos, il grande vuoto. Da esso sorsero Gaia, la Terra ed Eros, l'amore. Da Khaos nacquero Erebo (forse identificabile con gli Inferi) e la Notte, dalla Notte e da Erebo (fratelli incestuosi, cosa che non deve stupire nei racconti mitici) nacquero l'Aria e il Giorno. Gaia generò Urano, il cielo; poi si unì a lui. I due erano avvinti in un amplesso perpetuo, quindi Gaia, che rimaneva sempre incinta, non poteva mai partorire ed era gonfia fino a scoppiare. Disperata, ottenne l'aiuto del figlio Khrono, il Tempo, l'ultimo dei Titani, che, dal ventre della madre, evirò Urano e ne gettò il fallo in mare. Dallo sperma di Urano nacque Afrodite. Urano fu spodestato da Khrono. Arriviamo così alla seconda generazione di dei: Khrono si unì a Rea, sua sorella. Ogni volta che avevano un figlio, Khrono lo ingoiava per neutralizzarlo: aveva troppa paura di essere spodestato. Alla fine Rea nascose l'ultimo nato, Zeus, in un anfratto dell’isola di Creta. In questo modo il giovane dio poté salvarsi e spodestò Khrono stesso: Zeus infatti somministrò al padre una pozione che lo costrinse a vomitare tutti i figli che si era mangiato. Così iniziò il dominio di Zeus, il re degli dei durante l'età classica."
La tradizione medio-orientale espressa nella Bibbia invece racconta come tutto sia stato creato da un unico Dio:
"Tutto, dall'universo fino alle creature viventi, fu creato da Dio nell'arco di sei giorni: il primo giorno creò cielo e terra e separò la luce dalle tenebre; il secondo giorno creò il firmamento; nel terzo giorno separò il mare dalla terra asciutta, creò le erbe e gli alberi da frutto; il quarto giorno creò il sole, la luna e le stelle; il quinto giorno creò animali marini e uccelli; il sesto giorno creò gli animali terrestri e poi pure l'uomo e la donna. Il settimo giorno Dio si riposò."
Attraversando l'oceano, avvicinandosi agli accampamenti degli indiani nativi d'America, attorno al fuoco la sera, questa è la tradizione che è stata tramandata:
Wakan-Tanka, che significa letteralmente Grande Mistero, è il principio generatore su cui si regge tutto l'universo conosciuto, quindi è la massima divinità. Di fatto sta ad indicare il grande abisso che circonda l'uomo, il Mistero da cui ogni cosa proviene e nel cui Segreto si può trovare il significato dell'esistenza di tutto. Wakan Tanka, è, e sempre sarà, Egli è il Grande Mistero, è uno e molti; è il Signore di tutte le cose, l'Infinito, il Creatore, Colui che dirige e regge l’Universo. Egli è il Signore Superiore e nel tempo stesso gli Dei Associati, gli Dei Imparentati ed i Simili agli Dèi. Egli è il male e il bene, il visibile e l’invisibile, il corporeo e l’immateriale, perché Egli è Tutto in Uno.
Facendo un grande salto nello spazio e nel tempo, arriviamo ad una serie di teorie per così dire moderne. In Francia, tra il 1872 ed il 1882 Blanqui propone nel trattatello "L'eternità attraverso le stelle" quella che potremmo chiamare la teoria del giradischi. Ipotizza infatti che, gira e rigira, nell'universo si ripetano sempre le stesse cose. Il cosmo sarebbe forse un grammofono che suona sempre lo stesso disco?
Quest’idea, già presente in un qualche modo nel concetto ciclico del tempo che si può ritrovare in diverse tradizioni antiche, è ripresa da Nietzsche pochi anni dopo:
"La misura della forza del cosmo è determinata, non è “infinita”: guardiamoci da questi eccessi del concetto! Conseguentemente, il numero delle posizioni, dei mutamenti, delle combinazioni e degli sviluppi di questa forza è certamente immane e in sostanza “non misurabile”; ma in ogni caso è anche determinato e non infinito. È vero che il tempo nel quale il cosmo esercita la sua forza è infinito, cioè la forza è eternamente uguale ed eternamente attiva: fino a questo attimo, è già trascorsa un’infinità, cioè tutti i possibili sviluppi debbono già essere esistiti. Conseguentemente, lo sviluppo momentaneo deve essere una ripetizione, e così quello che lo ha generato e quello che da esso nasce, e così via: in avanti e all’indietro! Tutto è esistito innumerevoli volte, in quanto la condizione complessiva di tutte le forze ritorna sempre."
A proposito di cause e di concatenazioni di cause può essere ora divertente ricordare un aneddoto che si è soliti attribuire a Bertrand Russel:
Durante una conferenza in cui Russel aveva spiegato in maniera particolareggiata come la terra gira attorno al sole e come lo stesso sole traccia un cerchio attorno al centro della nostra galassia, si alzò una anziana signora in una delle ultime file nella sala, chiarendo allo scienziato che tutto ciò che aveva spiegato fino a quel momento era una grande stupidaggine. "Il mondo..." spiegò "è una tavola piatta sulla schiena di una tartaruga gigante". "E su cosa poggia la tartaruga..." le chiese lo scienziato sorridendo. "Che vuol dire: su cosa poggia la tartaruga? Sta sulla tartaruga più grande..." "E su cosa poggia la seconda tartaruga?" insistette Russell "Si sta prendendo gioco di me...?" si offese la signora "ci sono infinite tartarughe sotto che stanno l’una sull'altra!"
Ancora ai giorni nostri si continuano ad elaborare nuove teorie del Tutto, le conoscenze attuali consentono un rigore scientifico e basi matematiche solide che non erano mai stati possibili in precedenza. Rimangono comunque dei nodi aperti, un po' come se sfuggisse sempre l'ultima tartaruga.
Si constatò che le equazioni che descrivono l'estremamente piccolo non si accordano con quelle che descrivono l'estremamente grande... a meno che non si veda il tutto in uno spazio con un numero maggiore di dimensioni rispetto a quelle su cui siamo abituati a ragionare. Questo ha portato alla teoria delle stringhe oppure a quella dello spazio di Alain Connes. Si tratta di teorie che prevedono un numero di dimensioni da 9 a 26 a seconda dei casi. La teoria delle stringhe maggiormente accettata ne enumera 10-11.
Alcuni scienziati ritengono che l'universo sia in oscillazione. In un certo senso questa sarebbe una versione scientifica moderna di antiche tradizioni. Se questo è vero cosa può accadere passando dalla contrazione all'espansione? Alcuni pensano che le leggi della natura in quel momento si rimescolano a caso attraversando punti di singolarità.
A questo punto è interessante constatare che solo le particolari leggi della fisica di cui facciamo esperienza nella nostra realtà consentono l'esistenza di cose come le galassie, le stelle, i pianeti, la vita e l'intelligenza come noi le conosciamo. E se ci fossero universi con leggi fisiche completamente diverse?
Siamo la soluzione di una equazione differenziale che poteva avere o ha avuto trilioni di altre soluzioni differenti? O forse la visione più corretta è che tutte queste soluzioni ci sono contemporaneamente come universi paralleli della possibilità?
E se il nostro universo fino alla più remota galassia fosse solo una particella di un universo di dimensioni talmente più vaste che non potremo mai riuscire ad osservarlo? E se questo secondo universo fosse di nuovo una "piccola" particella di un universo ancora più grande e così via?
BigZ e SteppenWolf