LIFE AFTER TELEVISION · OGNI ONDA UN TEMA NUOVO · LIBRI, FILM E MUSICA PER TE




Speed date: 200 secondi per accendere il fuoco

Quanto tempo serve ad innamorarsi?
Mi piace pensare che i sentimenti abbiano bisogno di tempi lunghi. Il cuore è un mollusco, ben protetto nella sua conchiglia: una chiocciolina che solo nella calma e nel silenzio, convinta dalla presenza dell'acqua che la nutre e da una croccante foglia di lattuga, può fare capolino dal suo rifugio. Forzarla ad uscire non è possibile... o meglio lo è, ma a costo di ucciderla.
Ci sono però altre scuole di pensiero. C'è chi dice che, salva restando la necessità di conoscere bene una persona prima di imbastire una relazione, qualcosa —sarà la magia, l'intuito o forse qualche feromone— ci dice subito quando abbiamo davanti una persona che può stimolare la nostra fantasia, risvegliare i nostri sensi, farci venire voglia di avere un contatto più intimo, a livello tanto fisico quanto emotivo e mentale.
Nato in America, per eccellenza il Paese del fast food, lo speed date trasferisce dal cibo alla passione l'idea della razionalizzazione del soddisfacimento di un bisogno primario. Parole difficili? Bene: bando alla filosofia, e cerchiamo di capire come funziona. Per quanto mi riguarda, tutto è partito dalla proposta di un'amica: "Dai, è divertente, prendilo come un esperimento!" In quattro e quattr'otto, la voce si è sparsa e da due siamo diventati sei, ragazzi e ragazze: tutti col nostro bel bagaglio di scetticismo, ma anche di curiosità.

Eccoci arrivati nel locale, la fucina dei sentimenti. In mezzo a una musica assordante vediamo una cinquantina di persone più o meno tirate a lucido, come le mele sul banco del mercato o, più teneramente, come i bastardini in un canile. "Scegli me, scegli me!": questo è il messaggio subliminale. C'è chi lo traduce in un sorriso accattivante, chi fa l'indifferente. Alcuni sperano di essere scelti, altri, più sicuri del loro fascino, si preoccupano piuttosto di capire se c'è qualcuno di interessante con cui implementare il loro parco macchine. Forse, in fondo in fondo tutti speriamo che per qualche misterioso colpo di fortuna avvenga l'imponderabile- che la magia si impadronisca di noi. E' possibile? Può succedere a comando? O Eros, come molti di noi hanno sperimentato, è un dio dispettoso, che lancia le sue frecce dove vuole e si fa beffe dei nostri programmi? Comincia il gioco. Le donne sono invitate a sedersi a un tavolo, dal quale non si muoveranno per il resto della serata; gli uomini invece passeranno due ore cambiare sedia ogni duecento secondi. Poco più di tre minuti dovranno bastare a conoscersi, a capire se c'è la possibilità che nasca qualcosa. Ciascuno ha un foglietto, nel quale può annotare il numero di chi gli è sembrato più appetibile.
Sì, perché c'è un particolare: ogni persona ha appiccicata un'etichetta contrassegnata da un pugno di cifre. Io sono la 27. La cartina non è abbastanza appiccicosa per la mia camicia, si stacca in continuazione; alla fine me la attacco sulla pelle nuda, anche se sto leggendo un libro sui lager nazisti e questa specie di tatuaggio posticcio mi fa una certa impressione.

Cerco di guadagnare la mia posizione, ma non è facile: il mio posto è occupato da un ragazzo. Da vero cavaliere, si alza e va a cercare un'altra sedia. Cerchiamo di parlare, ma è impossibile: c'è un rumore allucinante, la musica a palla ci costringe a urlare. La cosa mi infastidisce, ma non fa altro che palesare un'altra verità: le parole non sono che una copertura, nello speed date. Non è importante quello che dici, d'altronde cosa potresti inventarti in così poco tempo? Se qualcosa deve passare, passerà lo stesso. Sarà un fluido, sarà una vibrazione, sarà quel "certo-non-so-che" che qualche volta, nella nostra vita, come un vento di scirocco arriva e travolge tutto: in primo luogo parole e pensieri.

Inizia adesso la galleria umana: Nel giro di pochi minuti, conosco più uomini che negli ultimi sei mesi. Dopo un po', ci si rende conto che si fanno sempre le stesse domande: di dove sei? Quanti anni hai (Ebbene sì: lo chiedono quasi tutti. Il galateo è in crisi nera, cari miei!)? Che lavoro fai? Cosa fai nel tempo libero? Dopo un po', decido di cambiare musica e di rispolverare il questionario di Proust: qual è il tuo sogno di felicità? Quali caratteristiche apprezzi in una donna? E in un uomo? Almeno, si saltano gli "accidenti" e si mira dritto all'essenziale- a quello che uno sente, preferisce o sogna, al di là di ciò che fa.

Alcune persone si rivelano ironiche e gradevoli: non scatta nessuna scintilla, ma decido di scrivere un "sì" nel mio foglietto. Qualcuno è intimidito o stanco di ripetere le stesse banalità, e non sa che dire; altri si avvicinano troppo, ti alitano sul naso diventando sgradevoli; altri elencano pedantemente i loro pregi e difetti, come se fossero a un colloquio di lavoro.

L'una di notte: il gioco è finito, ma non abbiamo avuto modo di conoscerci tutti. Un ragazzo si avvicina per un'ultima conoscenza tardiva: magari potrebbe essere quella buona! Nel giro di qualche minuto, sono di nuovo in mezzo ai miei amici. Ci confrontiamo sulle diverse "politiche" che abbiamo adottato: c'è chi ha scelto solo un paio di persone, chi una decina. Angelo, galante come un uomo d'altri tempi, democraticamente ha dato l'ok a tutte le donne che ha conosciuto: "Alla peggio offrirò una ventina di spriz!".

Cerco di indagare: cosa vi ha spinto a dire di sì o di no? E'un po' come si deve comprare un vestito: devi innamorartene per sceglierlo? Decidi in base a criteri ben precisi, o a guidarti è una sorta di intuito? O forse, è come quando si va a scegliere un cucciolo al canile: ti può intenerire la sua fiducia, la sua tristezza, l'aria spavalda, o magari proprio quell'orecchio storto a causa del quale non vincerà mai un concorso di bellezza.

E' già domani.
Ripenso alla serata: i volti incontrati si mescolano nella mia testa come in una lavatrice. Ricordo forse una o due persone.
Viene a trovarmi una strana tristezza, la sensazione di aver visto una specie di esposizione di cavalli o di auto usate. Amori all'incanto, chi offre di più?
No, mi dico, queste situazioni non fanno per me... almeno fino al prossimo speed date!

PollyAnna