LIFE AFTER TELEVISION · OGNI ONDA UN TEMA NUOVO · LIBRI, FILM E MUSICA PER TE




Pace: un giardino che fiorisce nell'armonia

potresti dire che sono un sognatore, ma non sono l'unico
Le parole più importanti sono quelle più difficili da definire. Per esempio, cos’è la pace? Si tratta di una condizione, di un sentimento, di un modo di vivere? Consiste nell’assenza di conflitti o in un modo sano di gestirli? La parola “pace” deriva dal latino “pax”, la cui radice è connessa con quella di “patto” e “pattuire”: la concreta mentalità romana fonda la propria stabilità sulla presenza di accordi formali, siglati, che garantiscano equilibri stabili e non mettano in discussione la preminenza della potenza dominante. Questa mentalità va per la maggiore anche ai giorni nostri.

Se leggiamo l’Agricola di Tacito, il grande generale caledone Calgaco critica aspramente la cosiddetta “pax romana”, che sotto il nobile nome cela una realtà di sopraffazione e violenza: “Auferre, trucidare, rapere falsis nominibus imperium, atque ubi solitudinem faciunt, pacem appellant”: “Con falsi nomi rubare, trucidare, rapinare li chiamano ‘Impero’, e dove fanno il deserto lo chiamano’ pace’”. Forse la pace, così come la democrazia, non può essere una mera imposizione della volontà del più forte: è necessario che derivi da un consenso reale, dalla determinazione nel trovare un accordo che soddisfi almeno in parte le esigenze di tutti. Si tratta di un equilibrio difficile tra nazioni, tra paesi, tra persone, ma anche nei confronti della natura e dell’ambiente che ci circonda. In Africa, nella regione dei Grandi Laghi, la parola “pace” corrisponde a “kindoki”, che si riferisce all’armonia tra gli esseri umani, il resto del mondo e il cosmo: qualcosa che va ben oltre l’assenza di guerre o l’imposizione di un certo stato di cose da parte del più forte. Può trattarsi di una conquista da raggiungere grazie a una non violenza che non ha nulla di debole e vile, ma si fonda su profonde convinzioni interiori: mi riferisco a Gandhi, secondo il quale esiste una forma di lotta che non contempla alcuna forma di violenza ma solo la “resistenza passiva”. Non si tratta del ripiego di un popolo che non ha altre armi da giocarsi, ma di una precisa presa di posizione sulla scacchiera del mondo e della vita: la libertà e la giustizia, per essere autentiche, non possono fondarsi sul sangue degli avversari e degli innocenti.

Un clima di armonia e collaborazione porta i frutti migliori alle nostre vite: nessuna pianta cresce bene nel bel mezzo di una tempesta. Allo stesso modo, per mettere a frutto le immense potenzialità della nostra mente e del nostro cuore possiamo ricorrere a quella pace che Seneca chiamava “la tranquillità dell’animo”: uno stato della mente, del corpo e dell’anima che non dipende da alcuna situazione esterna. Nasce dentro di noi , dall’accettazione affettuosa dei nostri limiti e dal riconoscimento delle nostre qualità. Chi si sente amato, in primo luogo da se stesso, cresce meglio e più in fretta! Il suo albero mette radici, si sviluppa e le sue fronde possono diventare tanto forti e robuste da propagarsi anche all’esterno. Quando ciascuno di noi coltiva la propria pianta interiore in armonia, il mondo intero può diventare un giardino che fiorisce. Un giardino in cui è bello camminare, correre, fermarsi all’ombra, gustare i frutti degli alberi. Un giardino in cui ci si sente autenticamente, profondamente vivi.

SteppenWolf