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Il Dottor Stranamore

Recensione: Il Dottor Stranamore “La pace è la nostra professione”: questa scritta campeggia sull’enorme cartello del laboratorio militare americano. Ma questa pace tanto osannata può essere compromessa dal gesto folle di uno squilibrato? Può la guerra totale scoppiare per sbaglio? Il visionario ma geniale Kubrick ci dice di sì con questo capolavoro, uscito in Gran Bretagna nel 1963. Ecco i semplici ingredienti base per la ricetta della fine del mondo: l’ordine strampalato di un uomo di potere dalle idee malsane e un congegno perfetto, affinato negli anni affinché una volta innescato non permetta alcuna intrusione da parte dei fallibili e volubili esseri umani. Una macchina che parte e va, passo dopo passo, inesorabile. A differenza di noi, capaci di tornare sui nostri passi, il meccanismo fatale non è programmato per poter tornare indietro. Esclude qualunque ripensamento. E’ così che iniziano le tragedie: non sono le idee sbagliate a dar loro la luce. Un errore di valutazione non porta alla rovina. Quest’ultima irrompe nelle nostre vite quando uno sbaglio diventa la testata d’angolo di un edificio gigantesco che si regge su di esso. Perché la pace non abbia alcuna possibilità di essere mantenuta, occorre anche che il dialogo si fermi: questo è vero nei rapporti tra amici, nella vita di coppia, in famiglia e anche nelle relazioni internazionali.

La corsa agli armamenti si regge sullo stesso meccanismo delle aste: più una potenza aumenta le proprie difese, più le altre la seguono a ruota. Se poi siamo nel periodo della guerra fredda, il gioco è fatto: a quel punto la pace è seriamente compromessa, e con essa la stabilità e addirittura la vita delle nazioni. Anzi, del mondo intero. Sì, perché le armi nucleari potenzialmente tramutano la difesa in attacco e l’attacco in sterminio. Del nemico, ma anche di se stessi. Non è la scienza in sé ad essere pericolosa: il rischio nasce dall’irrazionalità dell’uomo, nelle cui mani anche invenzioni potenzialmente felici e foriere di progressi positivi possono diventare esiziali. Il titolo del film allude a un amore assurdo che è di per sé stesso un ossimoro, una contraddizione in termini: “Come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, recita il sottotitolo con una sorta di ironia tragica.

Quando ci si rende conto di essere davanti alla possibilità di un disastro immane, si apre uno scenario di due possibilità: o lasciare che il meccanismo fatale proceda indisturbato, o tentare di ribellarsi al titano creato dalla nostra propria follia. Nel secolo delle armi di distruzione di massa la pace può sopravvivere? Il Presidente degli Stati Uniti, che nel film ha davanti a sé la responsabilità di salvare il mondo dall'annientamento, riuscirà nell’impresa? Lo scopriremo se saremo capace di resistere alla fredda angoscia che percorre questo film, pensato per mostrarci quali sono le conseguenze estreme delle nostre azioni, della nostra eccessiva ansia di sicurezza che sfocia in un’aggressività malsana e ingiustificata.

SteppenWolf


Il dottor Stranamore - scena