Quali sono gli ingredienti per far durare una passione? Prendiamo Tita, una quindicenne in fiore; Pedro, un giovane texano pazzo di lei; una proposta di matrimonio e… un no secco pronunciato dalla mamma della ragazza, nel nome della tradizione e del più gretto egoismo: Tita non si può sposare, perché è destinata a prendersi cura della madre nella vecchiaia.
Come si suol dire, però, il vento spegne i fuochi piccoli mentre alimenta quelli grandi. Pedro sposa Rosaura, sorella di Tita, solo per rimanere accanto alla prediletta del suo cuore; lei lo lega sempre più strettamente a sé grazie alle sue magiche ricette. Esse avvincono il suo spirito e rendono ogni giorno più bruciante questa passione clandestina, che continua a serpeggiare con la forza prorompente dell’energia repressa.
Pedro e Tita sono l'uno per l'altra "come l' acqua per il cioccolato": la polvere di cacao ha bisogno della fluidità dell'acqua per dare origine a una voluttuosa crema, la cui bontà trascende di gran lunga quella dei singoli indredienti. Lo leggiamo negli occhi di Tita mentre macera il cacao in una bacinella, con maestria e specialmente con passione: gli stessi ingredienti che tengono vivo il sentimento che illumina di una luce calda il suo sguardo e quello di Pedro.
Il loro è un amore che resiste alla nascita dei figli, alle separazioni forzate, alla lontananza e all’impossibilità di stare da soli per più di qualche minuto. Il controllo della madre è capillare, costante. La tensione erotica, lungi dallo spegnersi, raggiunge temperature inimmaginabili, diventa un amore fortissimo, che ha effetti quasi magici: come un’ elettricità, fa scoppiare un temporale o una catastrofe naturale di qualche tipo ogni volta che le loro mani si sfiorano, che le loro labbra si incontrano. Eppure altrettanto tenaci sono i sensi di colpa nei confronti della madre, che anche da morta perseguita Tita sotto forma di fantasma, e della sorella, vanamente innamorata del marito- che non la guarda neppure e per fare l’amore con lei, quando proprio tocca, si avvale del classico buco nel lenzuolo e giura: “Non lo fo per piacer mio ma per far piacere a Dio”.
Cosa accadrà se finalmente questi due tenaci innamorati potranno amarsi e gridarlo ai quattro venti? Quanto esplosiva si rivelerà questa passione portata all’eccesso e allo spasimo?
Ce lo racconta la nipote di Tita, che ricorda la prozia da cui ha ereditato l’arte di mescolare cucina e magia. C’è addirittura un modo per evitare che le cipolle facciano piangere, basta mettersene metà sulla testa. Eppure, le lacrime nel ricordo continuano a sgorgare… ma sarà veramente colpa delle cipolle, questa volta?
Il regista Alfonso Arau rielabora con arte e estro il piccante e coinvolgente romanzo di Laura Esquivel, regalandoci due ore di sogno, di pathos e di autentica passione.
PollyAnna