Perché si diventa vampiri? Il famigerato Conte Dracula, nel film di Coppola del 1992, basato sul libro originale di Bram Stoker, si è trasformato per aver perduto la donna che amava.
Siamo nel 1462, pochi anni dopo la caduta di Costantinopoli. Dracula, guerriero fedele a Dio e alla causa del Cristianesimo, lascia il suo castello per combattere contro i Turchi; a casa lascia l’amatissima moglie, Elisabeta (Winona Rider). Quando torna vittorioso dalle sue imprese guerresche, la trova morta: vittima di un inganno di stampo shakespeariano si è buttata nel fiume, convinta che il marito sia caduto in battaglia. Come suicida, non potrà mai andare in Paradiso: è dannata ed egli non la rivedrà mai più.
E’ questa la ricompenda per aver combattuto la causa di Dio, si chiede Dracula? Nulla ha senso di fronte a un'ingiustizia tanto tremenda, che spezza i sogni di una vita e vanifica un'impresa eroica e nobile. In preda a una rabbia feroce, l'uomo colpisce con la sua spada la croce di Cristo: il sacro simbolo comincia a sanguinare, il sangue sprizza anche dagli occhi degli angeli scolpiti nella stanza. In breve un lago rosso invade la stanza, cosparge il cadavere di Elisabeta, si riversa nella coppa del conte che lo beve avidamente e diventa un vampiro: un non-morto, condannato a una eterna non-vita di solitudine e di odio.
Quattrocento anni dopo, Mina (di nuovo Winona Rider) e il giovane avvocato Jonathan Harker (Keanu Rives) vivono a Londra il loro idillio d’amore e vorrebbero sposarsi. Lui però non è abbastanza ricco per offrire alla fidanzata la vita che vuole regalarle, e così accetta l’incarico affidatogli dalla sua ditta di recarsi in Transilvania per concludere un affare con il conte Dracula.
Dopo un lungo viaggio, il ragazzo arriva in una terra gelida e oscura, in cui la natura è inquietante e l’ululato degli animali minaccioso quanto il loro sguardo aggressivo. Il conte lo riceve con la sua tristezza lugubre, invitandolo a lasciare un po’della sua felicità fuori dalla porta, prima di entrare nell’oscuro castello.
Quando nel corso di una conversazione vede una foto di Mina, il Dracula ha un sussulto e non riesce a trattenere le lacrime: nella sua bellezza riconosce quella della moglie morta, il cui ricordo in quattro secoli non è appassito.
All’improvviso vede accendersi la speranza di ritrovare l’amore perduto e non si fermerà davanti a nulla pur di raggiungere il suo obiettivo: separarla da Jonathan e conquistare il cuore della moglie defunta, che un tempo gli apparteneva. Per fare questo non esiterà a rinchiudere il promesso sposo nel suo castello cercando di provocarne la morte, a coinvolgere nella sua follia una giovane innocente a cui succhierà la giovinezza, a ingannare l’amata stessa.
E’ possibile ignorare gli eventi di mezzo millennio e recuperare un amore perduto? A chi appartiene veramente il cuore di Elisabeta-Mina? Sarà in grado Dracula di riprendersi l’anima di una persona che gli è appartenuta in un’altra vita? Potrà mai un’anima perduta, morta a metà e condannata a un’inquetudine eterna, trovare la pace?
Steppenwolf