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Perché gli uomini sposano le stronze... e lasciano le brave ragazze

perchè gli uomini sposano le stronze Ce l'hai fatta. Dopo un periodo di solitudine in cui il tuo cuore era più arido del deserto del Sahara e l'unica fonte d'affetto sicura era il tuo gatto, ecco comparire all'orizzonte LUI. All'improvviso, qualcosa in mezzo al petto batte ancora...anzi, galoppa come un cavallo impazzito. Per lui vuoi essere tutto: la sua compagna, la sua migliore amica, il suo punto di riferimento... Adori viziarlo e coccolarlo: gli prepari cenette elaborate, non perdi occasione per dimostrargli il tuo amore, sei sempre al suo fianco. Nel giro di qualche mese, il tuo mondo è lui: praticamente non vedi nessun altro, neanche le amiche di sempre. Un bel giorno, eccolo davanti a casa tua con la sua migliore espressione da tenera canaglia. Ti invita a cena, vuole parlarti. Ti prende la mano. Tu chiudi gli occhi e aspetti che dalle sue labbra esca l'agognato sussurro. "Vuoi sposarmi?" Ecco che inizia a parlare, con un tono suadente che ti scioglie le ginocchia. "Cara, sei una ragazza meravigliosa. Qualsiasi uomo darebbe tutto per poter stare con te, ma io... NON MI SENTO PRONTO PER UNA RELAZIONE SERIA".
Mentre ti precipiti fuori dal locale con il fazzoletto inzuppato, ecco che spontanea sgorga dalle tue viscere la fatidica domanda: perché?!?
Perché gli uomini preferiscono le stronze, suggerisce Sherry Argov. Si tratta della traduzione del termine inglese "bitch". Non dobbiamo pensare, avverte l'autrice, che si riferisca a donne cattive o dure; piuttosto, il significato è ben reso da un acrostico: "Babe In Total Control of Herself", "ragazza in pieno possesso di se stessa". Sì, perché noi non siamo del nostro papà, della mamma o del fidanzato: noi siamo nostre, come mi diceva quand'ero ancora poppante la mia baby-sitter. Quello che un uomo più teme al mondo è la dipendenza. Trema al pensiero di essere l'unico perno intorno al quale gira la vita della sua donna: saperla fragile e vulnerabile la rende istantaneamente meno interessante, quindi scontata o addirittura molesta.
Non per questo è un mostro d'insensibilità: semplicemente, è umano. Torna con la mente alla tua infanzia, pensa ai tuoi giocattoli. Quale ricordi con maggior piacere? La barbie super-accessoriata che ti ha regalato la zia a Natale, o il trenino elettrico che ti sei faticosamente conquistata mettendo via per mesi e mesi la mancetta della domenica? Fin dalla culla, consideriamo più importanti le cose che ci siamo guadagnati.
Mia cara, vuoi che il tuo ragazzo ti ami? Che ti consideri più preziosa della sua nuova auto? Più interessante del campionato? Allora fallo sudare! 

Le esperienze di milioni di donne confermano: essere "ragazze facili" non paga. Meglio presentarsi come una pietra rara su cui investire i risparmi di una vita, come un liquore da centellinare. La parola d'ordine è: non dare tutto e subito, né sul piano fisico né su quello emotivo. Il tuo fidanzato deve percepire che tu stai benissimo da sola; che se condividi la vita con lui è perché l'hai scelto tra tutti, non perché eri all'ultima spiaggia; che, last but not least, la tua decisione non è definitiva. Se lui non ti tratta come la persona meravigliosa che sei, di certo non scoppierai in lacrime: porterai un po' di pazienza, dopo di che... avanti il prossimo!
Facciamo un esempio pratico: lui ha la pessima abitudine di arrivare in ritardo. La "brava ragazza" gli chiede per favore di non farlo più: lui lo rifarà. Gli tiene il muso: lui lo rifarà. Si mette a piangere perché non si sente rispettata: lui lo rifarà. La stronza aspetta venti minuti, poi esce da sola e spegne il cellulare.
A questo punto, i ruoli si invertono: il potere, l'iniziativa sono passati dalla parte di lei. La prossima volta, il principino non si farà certo aspettare: sarà sotto casa con mezzora di anticipo, e ben presto gli verranno i calli alle ginocchia a forza di stare in ginocchio...

PollyAnna