La musica ha avuto un'importanza fondamentale nella mia vita, proprio a partire dalla mia passione per il calcio. Niente come un pezzo ben fatto è capace di trascinare e convogliare il mio entusiasmo facendomi sentire sulla stessa lunghezza d'onda di tantissimi altri tifosi, tutti accomunati da una stessa speranza e dalla stessa voglia di vincere.
E' stato così sin da quando ero ragazzino e sentivo cantare, assieme ai miei amici, "nottimagiche, inseguendo un goal...".
E' goal di Edoardo Bennato è stata la colonna sonora di un intero periodo. Quando per caso sento per radio qualche nota- e devo dire che purtroppo avviene raramente- vengo proiettato immediatamente in un'altra epoca della mia vita e torna a galla quella smania, quella voglia matta di far vedere chi siamo, di confrontare la squadra del mio cuore con quelle avversarie e sentirmi migliore, più forte, come se a misurarmi in quel campo fossi proprio io. E'un modo per ritornare ragazzo. Niente a che vedere con l'infantilismo o la sindrome del bamboccione: parlo di quella parte di me che non smette di combattere, di credere, di stuprisi di fronte alle cose. Una parte che coltivo e spero di non perdere mai.
Ma bando alle chiacchiere: facciamo un salto indietro e rispolveriamo i fatti. Correva l'anno 1984, io ero ancora gasatissimo per la vittoria della MIA nazionale ai Mondiali di due anni prima e non facevo che giocare, giocare con gli amici tutto il giorno, in qualsiasi angolo di terreno potesse vagamente somigliare a un campo. E le nostre radio- il walkman non lo usavamo ancora, incredibile ma vero- sparavano a tutto volume"E'goal" di Edoardo Bennato, splendimo album live, ben presto sigla di un altro nostro appuntamento fisso: la Domenica Sportiva.
Come dimenticare quel periodo? La voce di Edoardo era, in quel momento, la voce di un'intera generazione, anzi che dico, di un intero popolo di tifosi.
Nello stesso album altre canzoni, ora purtroppo poco in auge, che sono state parte della nostra storia: Nisida, la mitica isola di vacanze forse inventate; Cant'appress'annuie, trascinante nella sua natura inconfondibilmente partenopea; Un giorno credi, più malinconica e "da grandi", ma piena di voglia di tirarsi fuori da una situazione triste; La torre di Babele, meravigliosamente ironica nei confronti della presunta superiorità dell'uomo; la romanitica Una settimana un giorno; Lo show finisce qua, inno alla fantasia e alla giocosità dell'uomo di cui il gioco del calcio, aggiungo io, è meravigliosa sintesi.
SteppenWolf
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