È del 2006 questa bella rielaborazione del mito medievale di Tristano e Isotta, uniti da un amore ineluttabile, invincibile ma che non può essere vissuto.
La tenerezza tra di loro nasce dalla solidarietà, che porta la ragazza a curare di nascosto il fiero e bellissimo cavaliere, gravemente ferito dall’arma avvelenata di un nemico ucciso. La costante presenza della guardinga dama di compagnia di Isotta, già promessa al rozzo pretendente scelto dal padre, non riesce a bloccare la nascita di questo sentimento, delicato ma incoercibile e prepotente. Il filtro, secondo la tradizione i due sorbiscono per errore, è il simbolo che la fantasia dell’uomo antico utilizza per spiegare l’arcano potere della passione, misteriosa alchimia che trascende ogni volontà cosciente. Il regista ha scelto di eliminare questo artificio, eliminando ogni forma di magia che non sia quella, naturale, dell'amore: assistiamo incantati alla scoperta del sentimento reciproco, vero e prezioso quanto impossibile, finestra di sogno nella vita in catene di Isotta, che conduce la vita, lontana da qualsiasi forma di libertà, tipica di una principessa del suo tempo.
Nessuna pozione però è in grado di distogliere il coraggioso cavaliere irlandese dalla fedeltà assoluta al suo amico e sovrano, Marco di Cornovaglia, al quale Isotta è destinata. Il dovere è per lui un imperativo che supera qualunque sentimento: il legame con la donna amata e quello con la patria e il proprio signore, ipostasi terrena di Dio, sono due forze uguali e contrarie che portano a una lacerazione interiore, ancora moderna e vicina al nostro sentire, tra dovere e istinto, tra “pelle” e razionalità.
Forse l’amore tra questi due giovani continua a emozionare proprio per la purezza d’animo dei suoi protagonisti, incapaci di concepire un progetto egoistico che privilegi la loro felicità rispetto all’ ubbidienza al padre, per la principessa Isotta, e al capo della patria Irlanda, per Tristano.
Il film riesce ad operare un buon compromesso tra la ricostruzione dello spirito di questo mito e la necessità di avvicinarlo alla sensibilità, più intimistica e post-romantica, dello spettatore moderno. D’altra parte, alcuni dei valori che muovono gli eroi antichi stanno alla base del nostro sistema di valori: il senso dell’amicizia, della lealtà, e dall’altra parte l’anima gemella, che una volta trovata non lascia spazio a sentimenti altrettanto sublimi.
L’interpretazione di Sophya Miles e James Franco è convincente e capace di coinvolgere anche lo spettatore più controllato.
PollyAnna