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1984

1984 il film Immagina un mondo in cui non esiste vita privata. La mattina ti sveglia un programma nazionale che si intrufola nella tua stanza, grigia e fatiscente, tramite uno schermo perennemente acceso che non puoi spegnere. Non appena in piedi, devi seguire il programma di esercizi fisici in cui sei inserito. 1984-f Dopo questo bel risveglio, vai al lavoro. Sei attorniato da persone che ti chamano “fratello” e osannano il “Grande Fratello”: il capo del regime, che fa capolino da poster e schermi sparsi in ogni dove e ti ricorda che tu gli appartieni. Lavori al Ministero della Cultura, ti occupi della gestione delle informazioni e in particolare del passato: chi controlla il passato, ha il potere sul presente. E chi nel presente gestisce il potere e plagia le menti non può permettere che i vecchi numeri dei giornali smascherino le sue false promesse e il degrado generale della situazione. Dunque ciò che è stato viene modificato in continuazione, in modo che la gente abbia l’impressione che tutto vada di bene in meglio, sempre. La razione di cioccolato viene diminuita da 30 a 25 grammi? E’ tuo preciso dovere modificare gli articoli precedenti e archiviare la nuova versione dei fatti, secondo la quale la razione è stata AUMENTATA da 20 a 25 grammi. Ma queste sono bazzecole.

Ti ritrovi a cancellare i volti di molte persone, che prima lavoravano al tuo fianco e improvvisamente sono sparite nel nulla. Di loro non deve rimanere alcuna memoria. Anche la lingua sta cambiando: gli “intellettuali” di regime stanno elaborando un codice privo di tutte le sfumature del linguaggio umano, che sia completamente aderente alle “cose” e non permetta al cervello di concettualizzare. Eliminando il pensiero, si elimina qualunque possibile opposizione. Intorno a te, tutti paiono ipnotizzati. Partecipano come indemoniati alla cerimonia dei “due minuti d’odio”, durante la quale all’unisono s’indignano, si contorcono, scalpitano, invocano la morte sui nemici del Grande Fratello. Una di loro urla più forte degli altri, e ti guarda. Lo fa spesso, quando meno te lo aspetti: in un momento in cui la tua espressione tradisce il tuo disgusto, quando proprio non riesci a trangugiare la sbobba in cui consiste ogni tuo pasto alla mensa.

Hai paura che sia una spia: di cose da nascondere ne hai, eccome. Anzi, diciamo che ne hai una, minuscola: il diario che hai comprato da un antiquario e nascondi sotto un mattone, nell’unico angolo della casa in cui la telecamera non arriva a vedere. A quelle pagine hai confidato il tuo grande segreto: tu odi il Grande Fratello! Questo sentimento non ha nulla di privato, perché oramai nulla di privato esiste: l’asservimento al regime deve essere totale, deve essere addirittura voluto. La tua è una ribellione colpevole, che ti rende perseguibile dalla psicopolizia.

Questo è in sintesi l’incipit di 1984, il grande romanzo di Orwell che, proprio nel 1984, Michael Radford cercò di condensare in un film, interessante per l’atmosfera plumbea che traduce in immagini la cupa angoscia di cui il libro è pervaso. Si tratta di una delle più tremende distopie che siano mai state concepite: il contrario delle utopie, l’immagine di una relatà temibile, l’opposto delle società ideali vagheggiate dai filosofi. Il maestro di Orwell, Huxley, aveva scritto nella sua profetica prefazione a “Il mondo nuovo”, nel 1932, che c’è stato un tempo in cui il compito degli intellettuali era quello di immaginare mondi perfetti e aiutare la società a operarne la realizzazione. Nel mondo moderno, invece, il loro dovere è quello di impedire che tali società “perfette” (e diabolicamente malate) diventino realtà.

Steppenwolf



1984 - Trailer