Il "Signor G" era il nome affettuoso con cui veniva chiamato Giorgio Gaber, grande cantautore, attore e commediografo italiano. Gaber è stato il primo interprete dalla canzone rock in italia. Nato a Milano ma con origini slovene e goriziane, "Giorgio Gaberscik", inizia a dedicarsi alla musica per un'educazione motoria della mano, compromessa a causa di un infortunio. Comincia quasi per gioco dunque a suonare la chitarra e già all'età di quattordici anni viene scritturato per suonare ad un veglione di capodanno, riscuotendo una paga di 1000 lire. Nel 1954 inizia a suonare nel gruppo "Ghigo e gli arrabbiati" con Luigi Tenco; nel 1958 viene portato al successo con la canzone "Ciao ti dirò", lanciata anche da Adriano Celentano. Gaber inizia delle relazioni artistiche con Enzo Jannacci (con il quale forma il duo "I due corsari"), Giorgio Calabrese e Gian Piero Reverbi e Paolo Tomelleri.
La sua carriera si divite tra palco teatrale, sala prove e televisione. Partecipa a quattro edizioni di Sanremo con "Benzina e cerini" (1961), "Cosi felice" (1964), "Mai, mai, mai" (1966), "E allora dai!" (1967). Al Festival di Napoli, nel 1966, si classifica al secondo posto con il brano "'A pizza". Nella vita privata, Gaber si sposa con Ombretta Colli, nel 1965 e nel 1966 nasce Dalia, la loro unica figlia.
Gaber passa dall'immagine di cantastorie gentile ad uno stile più diretto, con cui rivendica il diritto di esprimere le problematiche dell'uomo, senza dover per forza fare il buffone di corte per il pubblico. Esprime il disagio del suo tempo, impegnato e aggressivo. Il recital "Il Signor G" inizia nel 1970 nel Piccolo teatro di Milano, e lo porta a girare in numerose piazze italiane. In teatro Gaber si trova più libero e a suo agio, i suoi testi, scritti da lui in collaborazione con l'amico Sandro Luporini, sviluppano molti temi sociali e politici, spesso contro corrente; Gaber si oppone alle ipocrisie sia della destra che della sinitra italiana.
Con il suo intervento, nella storia della musica e del teatro italiano, è stato capace di combinare l'ironia alla melodia. Tutti hanno voluto etichettarlo invano politicamente, ma lo sguardo di Gaber è sempre stato sulla socertà, la politica e il costume italiano, con un profondo spirito critico che colpiva in modo ironico e amaro qualsiasi ideologia.
Oltre che alla riflessione sul piano politico e sociale, il grande Gaber ci interroga anche come persone: pensiamo alle riflessioni intime e ad un tempo universali contenute nel monologo "Il grigio", o alla splendida canzone "Quando sarò capace di amare", splendida sintesi dei nostri limiti di uomini del nostro tempo e della voglia di amare lo stesso, davvero.
Cody