Quando siamo bambini non vediamo l’ora di crescere, una volta “grandi” vorremmo tornare indietro. Pare proprio che questo sia un leitmotiv dell’umanità! Quante volte, da piccola, ho sentito mia nonna dire “Alla tua età la tristezza non esiste” o “Potessi avere ancora i tuoi anni”! Ma, in fondo in fondo, così hanno i bambini più di noi? Ce lo racconta Povia in una canzone colma di semplicità e di magia. Quando la canticchio nella mia testa mi sembra di vederla, scena dopo scena: i bambini che vedono un topino e lo guardano incuriositi, senza l’orrore di qualche anno dopo; il lupo cattivo delle favole che diventa buono e dà un bacino a un agnellino; le liti furiose che si risolvono in un niente, tutto dimenticato, amici come prima, pace fatta. E viene il dubbio che noi adulti ci siamo persi qualcosa per strada: la fiducia nel futuro, che può portare benissimo tante cose buone e anche rovesciare le situazioni che sembrano più cupe; l’ammirazione spontanea, di vero cuore, delle cose più belle che la natura ci offre, come la pioggia o il sole; la conoscenza vera e immediata dell’amore, che più tardi a volte perdiamo per strada, come un fumetto di strane parole che non riusciamo o non proviamo a leggere. Eppure, per un bambino è così facile! Come possiamo fare? Possiamo rovesciare la clessidra, bloccare il timer, tornare ad andare a gattoni anche noi? Ecco, facciamo come Povia: chiediamo asilo politico al mondo dei cuccioli!
“Quando i bambini fanno oh”, di Giuseppe Povia, è una canzone del 2005 che non ha potuto partecipare al festival di Sanremo per un vizio “di forma”: essendo già stata cantata in pubblico, non era più un inedito. Ciononostante il suo successo è stato strepitoso, le ha permesso di vincere sette dischi di platino e di restare in cima alle hit per ben venti settimane, a dimostrazione del fatto che a provare questo grande desiderio d’infanzia siamo in tanti! E tanta è la nostra voglia di tornare a godere dei lati migliori dell'età delle fiabe, magari vivendola con gli occhi di adesso, senza le tante paure che anche i bimbi hanno e con la consapevolezza di quanto preziose e immense siano le risorse dei piccoli.
Dello stesso album, “Evviva i pazzi che hanno capito cos’è l’amore”, fanno parte altri sette brani. Particolarmente toccante "Mia sorella", che parla della personalità generosa e fragile di una ragazza bulimica; dolcissima "Spettinata", su un amore proibito e travolgente che profuma di eternità. "Ecco cosa c'è", invece, racconta un rapporto in crisi, che però ancora non vuole spegnersi; "Non è il momento" ci parla delle piccole sorprese che rendono una storia speciale, e di quanto a volte invece sia facile litigare per delle sciocchezze. L'ambiguità delle donne è anche il tema di "Fiori": a volte, il loro profumo è ingannevole come un sorriso femminile. Il tema scottante del tradimento, ancor più doloroso quando a farne le spese è una persona cui si vuole veramente bene, percorre il ritmo veloce di "E' vero": come scegliere tra istinto e ragione, come distinguere la linea a volte sottile tra giusto e sbagliato? "Triste", dal ritmo più allegro ma dal tema penosamente serio, ripercorre giocando coi proverbi e con le parole i momenti di difficoltà della vita, quando ci sembra che nessun problema passi davvero.
Tutte queste canzoni hanno qualcosa in comune: che parlino di temi allegri o tristi, vengono sempre da quella parte di noi più ancestrale e immediata, che non ha rinunciato a farsi le poche domande veramente importanti della vita. Forse, alla fine, Povia è riuscito almeno per un po' a trovare accoglienza nel mondo dei bambini!
PollyAnna